Cosa sono i DSA?

Nel 1988 il National Joint Committee on Learning Disabilities ha definito i disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) come un gruppo eterogeneo di disordini che si manifestano con significative difficoltà nell'acquisizione e nell'uso di abilità inerenti l'espressione linguistica, la lettura, la scrittura, la comprensione del linguaggio orale, il ragionamento o la matematica.

Tali disordini rispondono ai nomi di:

  • dislessia (difficoltà di lettura)

  • dislessia (difficoltà di lettura)
  • disgrafia (disturbo nell'esecuzione del tratto grafico)
  • disortografia (disturbo della competenza ortografica)
  • discalculia (difficoltà del calcolo e dell'elaborazione numerica)

I disturbi dell'apprendimento sono ereditari?

Le probabilità che un genitore dislessico abbia un figlio dislessico è abbastanza elevata: la familiarità è presente nell'ordine di circa il 25/30% dei casi.

Cos'è la dislessia?

La Dislessia Evolutiva è un disturbo che incide sulla capacità di lettura e di scrittura pregiudicandone la correttezza e la velocità.
Non è una malattia, ma ha una natura neurobiologica, benché non sia causata da deficit neurologici o sensoriali e neppure cognitivi o da problemi psicologici: gli allievi con DSA hanno un'intelligenza nella norma e non hanno problemi dovuti a disabilità o fattori esterni.

È bene precisare che, in generale, sebbene possano presentarsi in concomitanza con altre condizioni di handicap o con influenze esterne legate al contesto familiare, socio-culturale o a

un'inadeguata istruzione scolastica, i disturbi specifici dell'apprendimento non sono frutto di queste condizioni o influenze.

Per uno studente dislessico le abilità di lettura e scrittura vengono acquisite a costo di notevoli sforzi con risultati non commisurati all'impegno profuso.

La difficoltà nella lettura spesso si accompagna a quella nella scrittura, nel calcolo e nella memoria di lavoro.

La dislessia scompare nel tempo?

La comunità scientifica concorda sul fatto che la dislessia permane anche nell'adulto. Il processo di lettura non viene automatizzato benché molti dislessici imparino a leggere correttamente.

Questo, però, non deve essere percepito come un dato sconfortante: le possibilità di conseguire autonomia nello studio e nel lavoro crescono attraverso l'uso di strumenti informatici e il bambino o il ragazzo dislessico possono condurre una vita serena e appagante al pari dei normo-lettori.

Come si manifesta?

Nella prima fase della scolarizzazione è possibile notare nella lettura e nella scrittura una serie di errori specifici:

  • inversione di lettere e di numeri (es. 21 - 12)
  • sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d, a/e)

o di difficoltà caratteristiche:

  • imparare le tabelline
  • imparare alcune informazioni in sequenza: lettere dell'alfabeto, giorni della settimana, mesi dell'anno
  • confondere i concetti legati da rapporti spaziali e temporali: destra/sinistra, ieri/domani, mesi e giorni
  • esporre oralmente contenuti complessi

In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in abilità motorie fini (allacciarsi le scarpe), nel calcolo, nella capacità di attenzione e di concentrazione.

Lentezza ed errori nella lettura possono perdurare anche dopo la prima fase di scolarizzazione, compromettendo la comprensione del testo scritto.
Altri segnali da non sottovalutare sono:

  • disorganizzazione nelle attività scolastiche ed extrascolastiche
  • difficoltà nella copiatura dalla lavagna
  • difficoltà a prendere appunti

Si tratta di difficoltà quotidiane frustranti che possono avere ripercussioni sul comportamento e sulla psicologia dello studente.
Problemi psicologici e comportamentali, per quanto connessi in certi casi, non sono tuttavia la causa dei disturbi dell'apprendimento.

La dislessia può manifestarsi in concomitanza con altri disturbi dell'apprendimento?

È molto probabile che un dislessico possa incontrare difficoltà anche nella comprensione del testo o nel calcolo. Nonostante ciò, è possibile che un dislessico non presenti altri disturbi dell'apprendimento, sebbene questa possibilità sia stimata attorno all'1%.

Cosa fare se si sospetta un caso di dislessia?

Se alcuni segnali evidenziano una possibile difficoltà di

apprendimento è necessario richiedere una valutazione specialistica a un neuropsichiatra infantile o a uno psicologo.

A che età è possibile diagnosticare un disturbo dell'apprendimento?

La dislessia può essere diagnosticata a partire dalla fine della seconda elementare, quando è stato completato il periodo di alfabetizzazione.
Tuttavia, in presenza di altri indicatori diagnostici, come un disturbo del linguaggio, è utile una valutazione che anticipi la diagnosi vera e propria.

La diagnosi di discalculia può essere formulata, invece, solo alla fine della terza elementare, anche se, già nel primo ciclo, possono essere rilevati indicatori del disturbo.

Quali soggetti possono emettere una diagnosi?

Per valutare la presenza di un disturbo dell'apprendimento, ci si può rivolgere alla propria ASL di appartenenza e in particolare al Servizio di Neuropsichiatria Infantile o all'Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile o di Neuropsicologia (come previsto dalla Normativa).

In seguito alla valutazione clinica, lo specialista potrà emettere una diagnosi.
Un tempestivo intervento valutativo e diagnostico è fondamentale per presentare alla scuola la documentazione necessaria per interventi didattici mirati.

Esiste una differenza tra diagnosi e certificazione?

Sì. Una diagnosi è una relazione specialistica che, consegnata a scuola, prende il nome di "segnalazione scolastica" e dà diritto all'attuazione di un percorso personalizzato comprensivo di tutte le misure compensative e dispensative

(vedi la sezione Strumenti Compensativi) necessarie e di una valutazione personalizzata sia durante l'anno che in sede d'esame.

La certificazione, invece, rimanda alla legge 104/92, vale a dire la "legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate" e, nel caso degli studenti con DSA, dà diritto all'insegnante di sostegno e ad altri provvedimenti.

Quale procedura bisogna seguire per garantire allo studente un percorso didattico personalizzato?

È opportuno presentare al Dirigente scolastico una richiesta scritta di Percorso Personalizzato e farla protocollare in

segreteria o inviarla con raccomandata con ricevuta di ritorno.

Può essere utile contattare il Referente della scuola per la dislessia.

Nei casi di mancata risposta da parte dei docenti, è possibile far presente la situazione all'Ufficio sostegno alla persona/integrazione presso l'Ufficio Scolastico Provinciale (ex-provveditorato) e all'Ufficio Scolastico regionale.

Sono utili gli interventi riabilitativi e abilitativi?

Sì. Sebbene i DSA non si estinguano mai del tutto, migliorano attraverso interventi competenti e mirati.
I primi sono indicati per i dislessici piccoli, i secondi per i dislessici adulti.

Quali interventi riabilitativi sono indicati?

Gli interventi devono essere personalizzati, tenendo conto tanto delle manifestazioni del disturbo quanto delle potenzialità e dei punti di forza del soggetto.

Sarà lo specialista a valutare la modalità di intervento più adatta.

Cosa fare se si sospetta un caso di dislessia in un adulto?

Anche gli adulti possono essere sottoposti a valutazione clinico-diagnostica attraverso la somministrazione di test specifici diversi da quelli utilizzati per i bambini.

Quali interventi riabilitativi sono indicati per un dislessico adulto?

Un dislessico adulto può imparare a utilizzare strategie e strumenti abilitativi per la propria attività lavorativa o di studio. In questi casi non si rivela adeguato un trattamento riabilitativo.